I fratelli Karamazov

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Mondadori, 2016 - Fiction - 864 pages
"Il problema principale che sarà trattato in tutte le parti di questo libro è lo stesso di cui ho sofferto consciamente o inconsciamente tutta la vita: l'esistenza di Dio." Così Fëdor Dostoevskij presentava il romanzo "I fratelli Karamàzov", forse la sua opera più complessa, profonda e compiuta, pubblicato a puntate dal gennaio 1879 al novembre 1880. La vicenda, tra le più famose della letteratura moderna, ruota attorno all'omicidio dell'odioso Fëdor Pávlovic, il padre dei fratelli Karamàzov. In un clima cupo e feroce si consuma il parricidio più celebre della storia della letteratura, apparentemente provocato dall'atavica lotta per la donna, in realtà maturato nel più ampio contesto della contrapposizione tra padri e figli. Su questo sfondo da tragedia greca si muovono personaggi di straordinaria potenza espressiva: Dmítrij, passionale e istintivo, Ivàn, ateo e cerebrale, lo storpio Smerdjakòv e soprattutto l'angelico, purissimo Alësa. L'impianto narrativo, pur serrato, rimane essenzialmente un espediente per indagare nei più reconditi recessi della psiche. Al centro dell'opera c'è infatti sempre la riflessione sull'esistenza umana e sui suoi interrogativi più angoscianti, sull'amore e sulla libertà; un'urgenza etica e intellettuale che, pur nella perfezione del risultato artistico, si lascia alle spalle qualunque preoccupazione estetica. Perché, come ha scritto G.A. Borgese, i Karamàzov "vanno oltre il bello. Essi raggiungono la dignità del libro sacro".

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