Delitto e castigoSolitudine, lacerazione e rivolta. Il romanzo sulla violenza della vita pensata, dove corruzione e innocenza sono ancora una cosa sola. Scritto da un uomo malato e insorto, reduce da quattro anni di lavori forzati e da una fi nta fucilazione, questo libro porta nella letteratura la vicinanza esplosiva alla propria anima e lo scorticamento, il trauma del pensiero e della coscienza che erompono dai corpi come presenze aliene. |
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allora Amalia Ivànovna anch’io Andréi Semiònovic ascoltava Avdotia Romànovna avesse avete bambini bàtiuska bisogna c’era capo casa certo ch’è ch’egli ch’era ch’io colpo com’è cominciò copeche d’un tratto denaro diavolo dice dire domandò Dostoevskij Dùnec’ka Dunia ecco esclamò fece fratello giorno gridò guardò ieri Katerina Ivànovna l’accetta l’altro l’aveva l’ha l’ho l’un l’uomo lasciato Lebesiàtnikov Lisaveta Luzin madre mammina mano Marfa Petrovna Marmeladov mente Mikolka mise momento Nastassia Nikolài nulla nuovo occhi ormai pare parlare parola passi pensiero pensò perfino Pietroburgo Piotr Petrovic poc’anzi poco Porfiri Petrovic porta poteva prese proprio Pulcheria Aleksàndrovna punto pure Raskòl Raskòlnikov Rasumichin ridere rispose Rodia Rodiòn Romanie rubli s’alzò s’era s’intende sapete sarebbe scala sedia sentito siete signor Sissignore skòlnikov Sofia Semiònovna soggiunse sorella sorriso stanza stava strano Svidrigailov tornò tremava tutt’a un tratto tutt’un ubriaco un’altra uomo vedete venuto verso viso voleva volte Zamiotov Zòssimov